C.le Antonio Croce - Sono passati oramai più di Trenta Anni…

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Fine Agosto Millenovecentosettantasei, ero in vacanza in Abruzzo e da mio zio postino in Roma arriva una telefonata del seguente tenore e contenuto: “ è arrivata una cartolina per Tonino”;  alla domanda."che c’è scritto" mio zio con naturale somma non conoscenza degli acronimi e similari risponde “ Boh? Btg. Alp. Mondovì” che, scritto così sembra comprensibile ma non nel modo enunciato da Zio. Essendo festa nel paese di cui era originaria Mia Madre, tra tutti i parenti presenti c’era anche zio Dante Manzoni cugino di Mamma , nonché  reduce della Seconda Guerra Mondiale e Maresciallo allora in forza presso il gruppo sportivo dell’Esercito, al quale chiedo spiegazioni di quanto riferito nella telefonata precedente; la risposta inequivocabile fugava ogni dubbio: dove era da accertare, ma avrei svolto il servizio Militare negli Alpini. Con gran felicità di Mio Padre Alpino della “Julia” Battaglione “Aquila”, di molti paesani che ancora mi ricordano (in un paese dove i giovani andavano ai “Vigili del Fuoco”  senza indagare come, che per la nostra storia non interessa) in divisa Cappello Alpino, con la bandiera dell’Italia cucita sulla spalla sopra lo scudetto della “Taurinense” con quel “Toro” al posto dell’Aquila, conosciuta ed amata che a loro sembrava un po’ strano. Osservato in modo particolare sia da come portavo la divisa (che è ancora in ordine dentro l’armadio della casa in Abruzzo) che per i racconti che faceva loro Mio Padre, magari poi mi diceva “ Ma che pezzo di Alpino senza i Muli”.

In famiglia l’unica a non essere veramente soddisfatta era Mamma, che cercò,  senza troppo successo, di chiedere aiuto a Suo cugino.

Arrivo presso la Quarantesima Batteria

Dopo il C.A.R. a Cuneo (permettete la battuta visto che mi chiamo Antonio come Totò: “sono un Uomo di mondo Io ho fatto il militare a Cuneo”) speso esclusivamente, escluse le esercitazioni, in “cucina” come “N.C.C.” eletto, credo all’unanimità dai miei commilitoni ed amici (forse per scherzo) visto il Mio lieve accento “Romano” (soprannome che mi ha seguito per tutta l’esperienza Militare). Credo svolto in modo serio, visto che si trattava di attendere  ogni giorno alla sistemazione del refettorio ed alla refezione di giovani che, come Me a Vent’Anni più; o meno avevano una fame “Pantagruelica”. Successivamente la partecipazione al corso autisti a Susa presso la Batteria Comando e Servizi, la partecipazione alla squadra di tiro alla fune che ebbe l’ardire di battere quella della Quarantesima (ma questa é un’altra storia con il finale in Inghilterra) ed infine l’allora Tenente Scarcella Sotto Comandante della Quarantesima Batteria che, alla prima adunata nel cortile interno fronte portico ad uso come ricovero per gli obici, mi si ferma davanti e mi apostrofa  “ da dove vieni?” risposta “da Roma” poi “come mai il militare negli Alpini?” ed Io “forse perché “hanno dirottato il treno dove ero salito”.

Ecco quella domanda “come mai il militare negli alpini” ripetuta più volte non trovò subito la risposta appropriata, la trovò in seguito quando non so bene per quale motivo ci ritrovammo in macchina (vedi A.R. 59) Io ero alla guida ed i trasportati erano il Cap. Baudissard, un Tenente di cui mi sfugge il nome ed un congedante con incarico “motociclista” il nome non lo ricordo mentre il cognome sì “Bocchetta” al suo parlare naturalmente volto verso il suo imminente congedo ed alla mia permanenza ancora per diversi mesi (era appena finita l’esercitazione in Inghilterra “Ardent Ground”)  nell’Esercito e nella “Quaranta”, risposi cosa che non avevo fatto in precedenza  “ bene entri prima di me  nella vita civile Io al momento sto facendo il Militare in un corpo che ho scelto, in un posto che è per pochi , la paga non è alta ma visto che lo considero un lavoro, per un datore di lavoro di cui in qualche misura faccio parte beh cerco di farlo nel miglior modo possibile! No non mi fai invidia e spero che i rimanenti mesi durino il più a lungo possibile” ed alla fine credo, convenne con me sulle conclusioni magari ripensando al sudore buttato in sella alla “Moto Guzzi” sulle strade del Piemonte o durante l’esercitazione in Inghilterra.

Comunque ho scoperto che il  fascicolo al mio riguardo aperto durante i tre giorni mi aveva seguito passo per passo; il treno naturalmente non aveva subito nessun dirottamento ed insieme a Lui mi aveva portato diritto, io romano (del profondo sud !!) alla “Quarantesima Batteria” un posto di cui non immaginavo nemmeno l’esistenza e che da più di Trenta Anni porto nel cuore insieme ai Miei genitori ai loro insegnamenti ed a Mio Figlio Alessandro.

Naturalmente, come tutti Voi ho altre cose da raccontare legate alla fatica delle esercitazioni, al vivere quotidiano all’amicizia di tanti ragazzi che nelle Domeniche, in cui sarei rimasto inevitabilmente da solo, mi hanno ospitato presso le loro famiglie  (voglio ricordare Ignazio Rigazio da Cigliano Vc , che purtroppo è venuto a mancare qualche anno fa,  meccanico presso la B.C.S. con il Maresciallo Barzazi (credo si scriva così) ) e se ci sarà una prossima volta proverò a raccontarle e magari tra i miei amici di un tempo forse scoprirete  anche i vostri

Saluti

C.le Antonio Croce 10°/1976.

con la collaborazione di:
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